ANSIA e STRESS… alcuni chiarimenti!

Quante volte ci è capitato di usare i termini “ansia” e “stress”? Si tratta di due termini ormai entrati nel nostro vocabolario quotidiano e che spesso, ma erroneamente, vengono usati in maniera intercambiabile: ansia = stress e viceversa. Eppure si tratta di due costrutti che indicano stati d’animo, sensazioni e vissuti diversi. Ebbene… Facciamo un po’ di chiarezza!

Ansia

Etimologia: dal latino tardo anxia, derivazione di anxius “ansiaoso”.Indica uno stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza e attesa di qualcosa che ancora deve arrivare o realizzarsi. In altre parole l’etimologia stessa rimanda  all’aspettativa di qualche cosa che potenzialmente potrebbe accadere, ma che ancora non è accaduto.

Stress

Etimologia: derivazione del lat. strictus «stretto». In fisica e nella tecnica è usato quale sinonimo di sforzo (all’interno di un punto di un corpo elastico) provocato da una forza esterna. Nel linguaggio medico, la risposta funzionale con cui l’organismo reagisce a uno stimolo più o meno violento ( chiamato stressor) di qualsiasi natura (microbica, tossica, traumatica, termica, emozionale, ecc.).

Ricapitolando… mentre con il termine ansia, indichiamo uno stato d’animo in cui siamo in attesa di qualche cosa che probabilmente/potenzialmente potrebbe accadere (prendere un brutto voto all’esame, non passare un concorso, ricevere brutte notizie etc..), con il termine stress indichiamo uno sforzo in atto, ossia uno sforzo che stiamo compiendo per fare fronte ad una situazione presente (studiare per 3-4 ore filate, lavorare senza sosta per consegnare in tempo un lavoro richiesto da un superiore etc…).

Ansia…Cosa accade nel nostro cervello?

L’ansia rappresenta una situazione psicofisica ossia che comporta manifestazioni della sfera psichica e somatica (corporea) e coinvolge diversi circuiti neuronali. In particolare sono state identificate diverse zone implicate nella modulazione dell’ansia, alcune di esse sono :

  • talamo, che funge da collegamento primario e immediato tra gli organi di senso (sistemi recettori esterocentrici) e le aree della corteccia celebrale, permettendo l’elaborazione dello stimolo/situazione ansiogena;
  • l’amigdala, responsabile dell’acquisizione e dell’espressione della paura condizionata. Detto in altre parole l’amigdala “memorizza” tutte quelle situazioni/oggetti/persone che ci hanno provocato paura e ansia. Nel momento in cui veniamo a contatto con medesime o simili situazioni l’amigdala ci fa rivivere le stesse sensazioni di paura o ansia in modo diretto (via breve) o passando attraverso la corteccia prefrontale (via lunga). Queste due vie che compongono il circuito ansia-paura innescano una risposta autonomica, che coinvolge il sistema simpatico e parasimpatico, determinando sintomi somatici quali l’aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, sudorazione, piloerezione, dilatazione pupillare, urinari e gastrointestinali Stress…

Stress…Cosa accade nel nostro cervello?

Lo stress induce modificazioni neurochimiche ed immunitarie che possono essere responsabili della comparsa di vari disturbi del comportamento e di patologie fisiche. Quando siamo “stressati” il nostro organismo produce modificazioni neurobiologiche attraverso l’attivazione dall’asse ipotalamo – ipofisi –surrene, che integra le funzioni neuronali ed endocrine.

Nello specifico il sistema neuroendocrino e quello immunitario sono strettamente connessi, costituendo una singola unità morfo-funzionale. Infatti gli stessi segnali biochimici sono usati sia per scambiare informazioni tra i componenti di un singolo sistema, che per la comunicazione tra i due sistemi.

Le conseguenze degli eventi stressanti comprendono  dunque disturbi del comportamento ed alterazioni funzionali del sistema immunitario, che sono appunto causati dall’iperattività dell’asse ipotalamo – ipofisi – surrene.

Il Risultato dell’attivazione di tale asse è la produzione di cortisolo che, se prodotto per periodi prolungati di tempo, interferisce con l’attività dei neuroni, contribuendo all’insorgenza di patologie comportamentali quali ansia patologica e depressione.

Come possiamo notare ansia e stress si riferiscono a due attivazioni differenti: l’una psicofisica, l’altra neurochimica. Nonostante questo però vediamo come un periodo prolungato di stress possa condurre allo sviluppo di ansia che col tempo può trasformarsi (non è scontato) in ansia patologica.

A livello psicologico quali sono i vissuti più frequenti legati all’ansia?

Cause. La minaccia o il pericolo molte volte non sono identificabili. Di fatto, in molti casi, non c’è una ragione obiettiva che spieghi questo stato di inquietudine, tuttavia lo si prova ugualmente. D’altra parte, l’ansia è molto sensibile al condizionamento e all’anticipazione e può essere una conseguenza dello stress (pressione).

Emozioni predominanti. L’emozione predominante è la paura. Si tratta di una sensazione di pericolo imminente che tende a crescere come una palla di neve che poi diventa una valanga. È un’emozione invasiva che si estende e perdura, generando grande malessere nello stato d’animo. La paura porta alla perplessità e, in casi più gravi, ad un vero e proprio blocco o paralisi.

Percezione del tempo. La persona ha paura di ciò che potrebbe accadere, ma che non è accaduto.  Molte volte non sa nemmeno di cosa si tratta. Semplicemente anticipa tutte le possibili cose negative o catastrofiche. L’ansioso non riesce ad essere obiettivo verso il presente perché vive in funzione di qualcosa di “terribile” che accadrà o che è accaduta e fantastica sulle conseguenze senza possibilità di intervento.

A livello psicologico quali sono i vissuti più frequenti legati allo stress?

Cause.Nel caso dello stress, la causa scatenante è facilmente identificabile. Si verifica quando una persona deve affrontare una determinata situazione, ma non ha, o non crede di avere, le risorse per farlo. Lo stesso vale quando deve svolgere un’attività o qualsiasi altro compito.

Emozioni predominanti. Nel caso dello stress, è frequente soprattutto la preoccupazione. Può essere definita come uno stato in cui si mescolano nervosismo e frustazione. Può includere irritabilità e, a volte, anche tristezza.

Percezione del tempo. Per chi è sotto stress, il presente sembra infinito. Crede di non poter uscire dalla situazione in cui si sente intrappolato. Non vede il modo di cambiare ciò che lo preoccupa. Si sente come se fosse condannato a soffrire l’impatto di un determinato stimolo.

Un  semplice esercizio…

In questo periodo di emergenza sanitaria siamo sottoposti ad una situazione di profondo stress dettato dalle restrizioni imposte (tanto dure quanto necessarie), stress che può tramutarsi in vere e proprie condizioni di ansia. Prima di arrivare a sviluppare stress cronico piuttosto che ansia patologica è possibile effettuare alcuni semplici esercizi che possono aiutarci a prevenire situazioni più complesse!

Oltre ad alcune tecniche di rilassamento (alcune delle quali sono state affrontate nel gruppo gratuito “Tecniche di rilassamento … on-line” dello Studio di Psicologia Alberini Davoli) un esercizio interessante, che in effetti potrebbe farvi vedere il lato positivo della situazione, contribuendo in un qualche modo a rilassarvi, è “Il diario della positività”. Si tratta di un esercizio molto semplice. Ecco di seguito i passaggi:

  1. scegliete un  quaderno possibilmente piccolo ed esteticamente di vostro gradimento (è un dettaglio apparentemente insignificante, ma se qualche cosa ha fattezze a  noi gradite la sentiamo più nostra e interagiamo/lavoriamo con essa molto più volentieri!);
  2. scegliete un orario della sera o del mattino (se volete riflettere a freddo sulla giornata precedente) in cui poter dedicare 15 minuti del vostro tempo per scrivere (15 minuti sono tanti, alcuni potrebbero impiegarci 10 o addirittura 5 minuti);
  3. concentratevi su quello che state facendo, in particolare concentratevi brevemente sul vostro respiro (concedendovi anche qualche secondo ad occhi chiusi) e sulle vostre sensazioni immediate nel qui ed ora;
  4. quando vi sentirete pronti potete scrivere.. cosa? Come primo passaggio scrivete almeno 2 (massimo 4) eventi, persone o situazioni che avete vissuto durante la giornata e che vi sono piaciute! Non servono necessariamente grandi eventi! Magari siete riusciti a fare quella maschera per il viso, comprata mesi orsono, che per scarsità di tempo avete sempre rimandato, oppure siete riusciti a sistemare quel mobile in cui erano ammassati documenti alla rinfusa, o ancora siete riusciti a vedere quel film che vi siete persi al cinema abbracciati sul divano con il vostro compagno/a o filgio/a… insomma mettete tutto quello che vi è piaciuto della giornata che avete appena trascorso;
  5. a questo punto scrivete la cosa che più vi ha fatto piacere tra quelle che avete segnato;
  6. per finire riportate le sensazioni che avete provato nel fare ciò che vi ha dato piacere e (se volete) scrivete anche quali sono le sensazioni che state provando nel rievocare questi avvenimenti e nello scrivere questo diario! Basta anche una parola: annoiata, felice, rilassata, dubbiosa, ansiosa, serena.

Attenzione: non preoccupatevi se le sensazioni che provate nel ricordare e scrivere le cose positive che avete fatto vi fanno sorgere pensieri negativo o ansia. Spesso rievocando cose belle ci sorgono paure come: le vivrò ancora? Sarò in grado continuare a fare ciò che mi piace e a provare cose positive?… non soffocate queste paure, semplicemente prendete atto della loro esistenza per poi ritornare a concentrarvi sulle sensazioni positive che avete provato!

In ogni caso, che si tratti di ansia o stress, quando queste condizioni perdurano i danni psicofisici possono essere davvero gravi. Per questa ragione consigliamo di rivolgersi a professionisti psicologi o psicologi psicoterapeuti in grado di fornire un aiuto mirato e specifico ritagliato sulle esigenze di ogni singola persona!